Regalami / innocenza e stupore in epoca di lune, ha scritto Angelo Sturiale nella raccolta poetica Finestra (Algra, 2021). Una struggente e difficile dedica: l’augurio di ritornare corpi silenziosi che desiderano senza mete, ma anche acqua o vento tra gli aromi dei tuoi sogni. Riscoprire la dimensione pura e incontaminata dell’altro. Distillato d’amore per il corpo.
Non ho mai pensato che il pianoforte avesse bisogno di encomi ufficiali, tanta è l’ammirazione che già gode incondizionatamente tra pubblico, compositori e musicisti. Delle tre apologie dedicate a strumenti meccanici, quella per lo strumento a corde percosse è la terza. E chi del pianoforte ha altro pensiero, legge con curiosità questa perorazione in prosa libera: la scrittura è solare, energica. Non mancano termini tecnici (martellare, biscrome, cadenze, frequenze, cromatico, doppie terze, pedale, tasti eccetera), ed è lode alla trasformazione: dal corpo all’anima, dal meccanismo all’universo. Le possibilità espressive del pianoforte sono tante quante quelle di un’intera orchestra. E di ciò (e per ciò) il pianoforte non è mai stato incolpato. Un altro invece è il reato sottaciuto, ma così grave che giustifichi un difensore: e sarebbe in effetti gravissimo uccidere il proprio amore ed occultarne il cadavere. Perché tra tutti gli strumenti è quello che intossica in armonie e poi ammazza letteralmente la voce del canto, fatto a tronconi, spezzettata, astratta, meccanica.