Dario in macchina, la radio accesa, le luci rosse d’arresto, in colonna. Piove e il vapore sale dal muso dell’auto. I vetri appannati limitano la visuale, i tergicristalli scandiscono la monotonia di questo lunedì mattina. Sono le otto e trenta, ma è come si fosse d’inverno. Mattina bagnata. Ogni metro più avanti Dario sbircia dentro l’abitacolo degli altri, cerca gli altri. Se riconosce gli il volto. E prova imbarazzo.
Gli occhi degli estranei non ti devono fissare.
Gli occhi degli altri non esistono finché non ti guardano.
Qualche altro metro in più, e uno con l’ombrello corre saltando una pozzanghera. Impermeabile scuro. La sigaretta accesa. Uscire dalla pioggia e bagnarsi, scolarsi, trovare riparo sotto un albero. L’acqua scende giù come un peso leggero, non puoi muoverti, piove fitto col vapore del rombo del motore e le luci rosse e i fari nell’alba delle otto del mattino.
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