“Si ama più tacere che parlare. E quasi che i lunghi silenzi davvero servano a fortificare il raro parlare, quando si parla si sa essere precisi, affilati, acuti ed arguti. L’ironia, il paradosso, l’immagine balenante e sferzante in cui si assomma un giudizio, vi sono di casa. Si capisce che oggi il rullo compressore della televisione passa anche su questo, ad ottundere se non addirittura a schiacciare: ma non ricordo conversazione più intelligente e divertente di quella che si svolgeva nelle botteghe artigiane, nei saloni dei barbieri (che erano anche accademie di chitarre e mandolini), nei circoli: i quattro circoli in cui la popolazione maschile trascorreva le serate: degli zolfatari, dei braccianti agricoli, del “mutuo soccorso”, dei “galantuomini”.
(Leonardo Sciascia, Occhio di capra, 1984)