“Devo tornare indietro, al viaggetto a Catania. Stavamo nella casa di un artista, un pazzo autentico che aveva fatto di ogni stanza un’istallazione – costringendosi a vivere in spazi di pretenziosa scomodità. Tulle, cartapesta viola, chiodi, plexiglas; anche in bagno, in cucina. Simbolismi freddi, e freddo anche materialmente, termosifoni spenti per non danneggiare le ‘opere’. Più che a bere qualcosa eravamo in visita guidata.”
(Walter Siti, Troppi paradisi)