Alternanza scuola lavoro

L’azienda è un prototipo di luogo in cui l’impiegato si  busca il mensile standard come da contratto, stretta di mano, benvenuto nel mondo del lavoro. E qui mi alzo, e alzo il tono di voce, impossibile a non raccontare che la storia umana abbia un suo perché e studiarla è oltremodo necessario, un dovere che la vita impone a ogni sbarbatello, se di provincia non è un’attenuante, di modo che si abbia un sapere distinto su ciò che possa solo significare, ovvero che senso abbia trovare lavoro quando il lavoro lo offre generosamente la gente, l’amico, lo Stato, il caso, a fornirtelo su un piatto d’argento, come la testa di Pompeo a Cesare. Non è salutare, e così prolungo il preludio, disconoscere quale impatto abbia la catena di montaggio nella psiche ormai corrosa dell’uomo, e quali idee, reazioni, scontri sociali, essa, cioè la catena di montaggio, questo mostro bizzarro e diverso ma sempre della stessa natura, questo minotauro che fagocita sorridenti gli operai moderni e vecchi con gli accessori del progresso e delle promesse, questo essere dentuto e chiassoso che strabilia sangue elegante ai figli del capitale; questo burbero meccanismo oleato di precisione, la macchina mangiacervello, oggi che di montaggio c’è l’amore e la felicità, le parole, i compiti, i profili monta e smonta, i software, e la testa che pensa come un lego, lucro profitto montagne di mangia tutto. La macchina, che ha sostituito il pensare! La macchina ovunque, il prevedibile svolgersi della vita ovunque, protocolli, procedure, unità didattiche, previsioni e monitoraggi, recisione dell’errore, processi, diagrammi, e tutto un fingere e moltiplicare per raggiungere il prodotto in quantità industriale, perfetto, pulito, impiegabile trasportabile consumabile riciclabile. Questa fottutissima storia contemporanea dell’uomo ha preso a convertire alla nobile causa del capitale anche gli scarti, la munnizza, la devianza, il diverso. Riciclare. La follia è fuori da tutto questo organizzame d’ecomomia che comincia con un sorriso e finisce dentro le mutande. La follia è l’incommensurabile, l’innumerabile, l’incomprensibile, l’insostituibile. E io che ho pensato di tirarmi fuori dalla città, anche in un buco di paese come questo sento l’eco delle macchine che vomitano numeri. Siamo alla frutta. La salvezza dei guardiani delle macchine è il fine lavoro, la palestra, la partita di calcio, la famiglia, il week end e i trenta giorni di libertà condizionata. Che storia complicata l’uomo medio, la massa, la democrazia, la libertà!

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