
Alla fine del racconto c’è un link che apre una finestra su Tanita Tikaram che canta accompagnata da una tessitura minimale di pianoforte ed archi Valentine heart, I want to see you again. E certo, rileggere il ventiseiesimo capitolo, La controra, del romanzo online di Veronica Tomassini tenendo a mente tanta ardente nostalgia e le regioni del cuore di cui la musica ha svelato le coordinate geografiche, è come montare la cornice ad un quadro. La musica ha sempre quella misteriosa forza che rianima la circolazione del sangue ad un cuore pigro, acciuffa per i capelli e t’infila la testa dentro il forno. E le figure della breve narrazione si trovano miracolosamente immerse nella luce della misericordia. O quanto meno, l’invocazione alla misericordia, perché su tanta vitalità e bellezza si accanisce la dipendenza dalla droga, spetta a noi. E siamo noi lettori a chiedere perdono per questi affamati di ossa e carne, reietti armati di menefreghismo sociale, bruciati dalla dipendenza come i girasoli dal sole pazzo della controra. Jean Genet avrebbe sorriso, e forse approvato.