Dissacrante Petronio. Ascilto ride spettatore del cattivo gusto degli invitati a casa di Trimalchione, in 57, ceterum Ascyltos, intemperantis licentiae, cum omnia sublatis manibus eluderet et usque ad lavrimas rideret, attirandosi un appassionato rimbrotto da parte di Ermerote. Questi, una volta terminato l’assalto verbale contro Ascilto, urla contro Gitone qui ad pedes stabat, risum iam diu compressum etiam indecenter effudit. Coeperat Asxyltos respondere convincio, sed Trimalchione interviene a calmare gli animi, agite scordalias de medio. suaviter sit potius, allontanate i litigi, piuttosto vogliatevi bene!, et tu, Herneros, parce adulescentulo. sanguem illi fervet, lascia perdere il giovincello, ha il sangue caldo, tu melior esto. E qui, sembra che Trimalchione si veste da sapiens, con involontaria citazione dal de ira di Seneca: semper in hac re qui vincitur vincit. et tu cum esses capo, cocococo, aeque cor non habebas. simus ergo, quod melius est, a primitiis hilares et homeristas spectemus. Seneca direbbe: victus ets qui vicit. Con variante di un epicureismo consumista radical chic, Pace e ilarità, banchetto e poesia, il liberto filosofo impartisce lezioni di clemenza e tolleranza, per ricadere nel gusto per le cose raffinate volgari della vita. Non per star solo, alta torre eburnea nel bosco dei lupi e delle pecore. Sempre in Petr., Sat., 59.