Stile di vita

Il tuo mondo orizzontale – ho letto –

è fatto di amici, cugini,

il boccale di birra,

metafora d’intimità,

e non sapete, voi che ascoltate, e

lo saprete presto,

che è un’ottusa

scenografia teatrale

di alberi finti

di cartone,

ma la pietra

quando cade

cade

e riposa

senza pagare ticket.

Educazione

Il quadro di nessuno

i fiori a qualcuno

una rosa come una lettera in prosa,

il divano e i giochi grandi per bimbi

cui regalare consumi e abbracci

e le buone maniere del

protocollo familiare

convenzionale

della gioia e dell’amore

che si deve

che si dà

per avere

quel che sarà.

Finalmente

L’odontoiatra

di cavare disse

il dente rotto.

Al responso le parole solite

hanno corso,

il prima e il dopo,

come un sacco vuoto

gonfiato e trascinato dal vento

furioso, come una serpe

che striscia e sbuca

tra il verde:

qualcosa succederà

estirpato alla radice

finalmente scomparirà.

Neve, cane, piede 

img_0119Ho letto questo breve romanzo edito da Exorma.
Tema e variazioni, in breve. Prendi tre cose: un cane, la neve e un piede, le posi in montagna, d’inverno, aggiungi una suggestione personale, e potrebbe nascerne una storia appassionante e misteriosa. Così avrebbe fatto l’autore, Claudio Morandini.
Mi sono chiesto se la mente del protagonista possa in realtà funzionare proprio nella maniera in cui è stata rappresentata. Il lungo monologo sostituito da finti dialoghi è davvero ricco di spunti che conferiscono leggerezza al tema trattato. Non credo sia corretto cercare  un rigoroso realismo. La storia sarebbe surreale e favolistica, leggera e al tempo stesso cupa e disperata, eppure benedetta dal biancore della neve.
Certo, si sarebbe potuto approfondire sulla vita del protagonista, che risulta un po’ così, rimane in aria (il capitolo settimo credo sia un capitolo di “riparazione”), e questo ripetere sempre il nome come un mantra, per colmare ciò che non si sa e non si saprà mai di Adelmo, potrebbe stancare il lettore, svelando un gioco ipnotico.
Ho apprezzato soprattutto la montagna come descritta, e quell’idea di fuga e rinuncia beffarda dalla civiltà che, anche se non se ne comprenda bene il motivo, corteggerebbe l’autore e, di riflesso, il suo lettore