Il tuo mondo orizzontale – ho letto –
è fatto di amici, cugini,
il boccale di birra,
metafora d’intimità,
e non sapete, voi che ascoltate, e
lo saprete presto,
che è un’ottusa
scenografia teatrale
di alberi finti
di cartone,
ma la pietra
quando cade
cade
e riposa
senza pagare ticket.
Educazione
Il quadro di nessuno
i fiori a qualcuno
una rosa come una lettera in prosa,
il divano e i giochi grandi per bimbi
cui regalare consumi e abbracci
e le buone maniere del
protocollo familiare
convenzionale
della gioia e dell’amore
che si deve
che si dà
per avere
quel che sarà.
Memoria
Tanto è il tempo
che scorre
un fiume
che corre
e vola
via
Paradiso
Un pomeriggio
in paradiso sono stato
e poi sono ritornato tra i mortali.
Il cuore sa
dove martella illusione
abita felicità.
Casa
Ho camminato
senza fermarmi,
chissà perché?
La mia casa sempre lì
ha aspettato,
e tardi
al solito appuntamento
sono arrivato.
Finalmente
L’odontoiatradi cavare disse
il dente rotto.
Al responso le parole solite
hanno corso,
il prima e il dopo,
come un sacco vuoto
gonfiato e trascinato dal vento
furioso, come una serpe
che striscia e sbuca
tra il verde:
qualcosa succederà
estirpato alla radice
finalmente scomparirà.
Neve, cane, piede
Ho letto questo breve romanzo edito da Exorma.
Tema e variazioni, in breve. Prendi tre cose: un cane, la neve e un piede, le posi in montagna, d’inverno, aggiungi una suggestione personale, e potrebbe nascerne una storia appassionante e misteriosa. Così avrebbe fatto l’autore, Claudio Morandini.
Mi sono chiesto se la mente del protagonista possa in realtà funzionare proprio nella maniera in cui è stata rappresentata. Il lungo monologo sostituito da finti dialoghi è davvero ricco di spunti che conferiscono leggerezza al tema trattato. Non credo sia corretto cercare un rigoroso realismo. La storia sarebbe surreale e favolistica, leggera e al tempo stesso cupa e disperata, eppure benedetta dal biancore della neve.
Certo, si sarebbe potuto approfondire sulla vita del protagonista, che risulta un po’ così, rimane in aria (il capitolo settimo credo sia un capitolo di “riparazione”), e questo ripetere sempre il nome come un mantra, per colmare ciò che non si sa e non si saprà mai di Adelmo, potrebbe stancare il lettore, svelando un gioco ipnotico.
Ho apprezzato soprattutto la montagna come descritta, e quell’idea di fuga e rinuncia beffarda dalla civiltà che, anche se non se ne comprenda bene il motivo, corteggerebbe l’autore e, di riflesso, il suo lettore
Discussione
Il vetro appannato
e tu parli,
sciogli l’equivalenza,
e io scorgo
una trasparenza
sopra la plancia,
un’assenza
d’alito nemico.
Teatro
Tra di noi
qualcuno vorrebbe
fare l’attore
sul palcoscenico
dei sentimenti.
Alla fine del terzo atto
si torna tutti a casa.
Indifferenza
Sale di mare
il suono che sbatte contro
l’udito,
ed è tutto
sempre tutto il solito
muggire di sempre
senza niente